martedì 30 novembre 2010

Buone notizie? Non qui

Qualche giorno fa l’Arpa segnalava che in tutto il Piemonte la qualità dell’aria va migliorando, almeno per quanto riguarda la presenza di PM10, le cosiddette polveri sottili. Dall’agenzia spiegano la tendenza positiva con le “misure adottate dalle amministrazioni per limitare lo smog cittadino” e “la modifica della struttura della produzione italiana che, in particolare in Piemonte, è passata dal primo al terzo settore”. Ma uno dei motivi potrebbe anche essere la crisi economica, ammettono all’Arpa, visto che i primi cali sono stati registrati nel 2007. In ogni caso, l’aria diventa più respirabile, persino nel centro di Torino; ad Asti accade il contrario: i PM10 nel 2008 e nel 2009 sono rimasti su una media annuale di 37 microgrammi per metro cubo, mentre gli altri indicatori (biossido di azoto e ozono) hanno segnalato un deciso peggioramento. Trattenete il respiro, è meglio.

lunedì 29 novembre 2010

L'eredità di plastica

Non so se vederci un simbolismo in questa cosa. Il fatto è che sabato a Villa Paolina si stava lavorando per piantare una siepe. Cornioli, ciliegi, prugnoli, biancospini e altre specie da potare il prossimo anno da tenere basse, in modo da ricreare uno di quegli habitat tipici delle nostre zone, scomparsi quasi ovunque, ideali per ospitare piccoli uccelli e mammiferi. Ma sto divagando.
Insomma, si stava scavando un fosso profondo una quindicina di centimetri, ed ecco che dopo i primi colpi di zappa spuntano dalla terra pellicole di plastica, pezzi di polistirolo, tubi e pannelli di metallo. Non è la prima volta che succede: «Qui è dove gli ultimi frequentatori della villa buttavano via la loro immondizia», ha spiegato l’amico Giorgio. Che ricorda l’enorme quantità di spazzatura portata via durante i restauri: ciò che emerge oggi, insomma, è il residuo sfuggito a quelle pulizie. Eppure le buste di plastica che contenevano il latte e altri rifiuti ormai irriconoscibili continuano ad affiorare, ogni volta che si affonda la vanga nella terra, eredità di persone certamente non sprecone né consumiste. Mi è venuto in mente Saviano e la sua orazione sui rifiuti nascosti ovunque dalla Camorra, e mi sono chiesto se avrei il coraggio di mettere le mani nella terra inquinata dalle mafie e dai loro clienti.
Noi ci siamo limitati a depurare il suolo dalla plastica, indigesta per gli stessi batteri che in pochi anni si mangiano una quercia, per restituirlo alle piante. Che sia un simbolismo, dicevo, o un banale esempio di rispetto verso l’ambiente? La mia fantasia alimentata a sci-fi e cartoni giapponesi ci vede un presagio di ciò cui dovremo abituarci in futuro, se dalla terra vorremo continuare a ricavare nutrimento.

giovedì 25 novembre 2010

La colata inutile

 
La Stampa di oggi parla degli insediamenti commerciali che stanno per essere colati sulla campagna astigiana. Nemmeno uno dei progetti presentati martedì alle commissioni Commercio, Urbanistica e Lavori pubblici prevede il riutilizzo di suolo già occupato. 2500 metri quadri nella zona industriale, un investimento da 50 milioni vicino allo svincolo Asti Est, prossimamente in comune verranno illustrati i 24100 metri quadri al Torrazzo, Agrivillage, vari ampliamenti a strutture già esistenti. Ecco, la domanda è tanto banale che nessuno ormai si prende la briga di rispondere: prima che quest'onda di cemento sia versata, non bisognerebbe essere sicuri della sua effettiva necessità? Anche al consigliere PdL Coppo è sorto qualche dubbio, dopo che l'asta per vendere l'ex mercato ortofrutticolo pochi giorni fa è andata deserta: "Se non si vendono 5mila mq con strutture già esistenti, c'è realmente tutta questa necessità di ulteriore grande distribuzione sul territorio?" No, Marcello, non c'è, non c'è mai stata né ci sarà mai. Il business qui finisce quando i costruttori consegnano le chiavi ai supermercati che affittano; dopodiché, restare il più a lungo possibile lontani dal fallimento è una sanguinosa battaglia. Sul campo cadono tanti lavoratori, alcuni perdono il posto, altri si caricano sulle spalle le conseguenze della concorrenza, i negozi di vicinato chiudono bottega: a marzo Confesercenti ne aveva contati 200.

martedì 23 novembre 2010

E a primavera elezioni per tutti

L’onorevole Massimo Fiorio (PD), oggi su La Stampa: “Galvagno è impegnato a progettare il suo futuro, magari alla presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio”. L’ex assessore Diego Zavattaro (PdL), oggi via comunicato stampa sottoscrive ogni parola di Fiorio. E aggiunge: “Aspettiamoci allora le sue (di Galvagno, ndr) dimissioni in primavera, motivate paradossalmente da un'importante presa di posizione su una questione seria, finalmente”. A quale questione si riferirà? La voce comunque circola da qualche mese e  il mandato del Consiglio di Indirizzo e della presidenza della Fondazione attualmente in carica scadrà entro pochi mesi. Per Zavattaro è “un copione ampiamente prevedibile”. Prevedibile eccome, se si pensa all’effetto domino, dal nazionale al locale, delle lotte interne al PdL. Velato o meno, anche nell’astigiano è in atto uno scontro nel centrodestra che ha già prodotto effetti tangibili; come la rimozione di Zavattaro, oggi finiano, dall’assessorato all’ambiente, o l’adesione a Futuro e Libertà del vicecapogruppo del PdL in Provincia, Davide Cavallero. Altro elemento interessante: se a marzo si andasse effettivamente alle politiche, la deputata – nonché amministratrice di condominio – Maria Teresa Armosino dovrà decidere che fare. Da parlamentare poteva candidarsi alla presidenza della Provincia, ma l’inverso non è fattibile. Ammesso che sia ancora interessata a Montecitorio, la sua partenza lascerebbe nel caos il centrodestra locale, e una poltrona vuota in Provincia.

lunedì 22 novembre 2010

Un bel posto per lo shopping

Un milione e 600 mila euro in meno all’Asp. Il bilancio del Comune di Asti tira la cinghia sui trasporti pubblici, così come su altri servizi essenziali: gira voce che la mensa e il dormitorio per i poveri siano a rischio dal 2011. Ma questa è un’altra storia. Stando alle critiche della minoranza in consiglio comunale, i tagli all’Asp si tradurranno nella perdita di 25 - 30 posti di lavoro. Meno autobus, più tempi di attesa, soppressione di qualche fermata. Per l’Asp è un ostacolo alla crescita dell’azienda; per il proprietario di maggioranza, e cioè il Comune, una decisione che va contro i suoi stessi interessi. Mossa poco sensata, forse, ma coerente con la politica della giunta Galvagno, avvezza a simili bizzarrie. Basti pensare che è stata recentemente nominata assessore all’ambiente Ornella Palladino, colei che nel marzo 2006 guidò la fiaccolata dei commercianti del centro per protestare contro la ZTL della giunta Voglino. En passant, vale la pena ricordare che Asti è tra le città più inquinate d’Italia (tra il 67° e il 70° posto su 103 città per qualità dell’aria, secondo Legambiente), e che limitare l’accesso delle auto in centro è semplicemente indice di buon senso. Intanto, il resto del mondo sa perfettamente che per un accesso sostenibile ai centri storici, traffico privato e pubblico vanno connessi tramite parcheggi scambiatori da costruire nelle periferie. Ma noi si viaggia in senso contrario: tra i progetti di Galvagno c’è la realizzazione di una serie di parcheggi in centro. Il che, insieme al taglio degli autobus, contribuirà a strangolare la città tra lamiere e gas di scarico. Un posto piacevole dove fare shopping.

venerdì 19 novembre 2010

Armenta da esportazione


La vicenda Gaia, nel frattempo, precipita. Sarebbero 13 i dipendenti di Gaia che rischiano il posto, e i sindacati sono sul piede di guerra. Mentre PD e PdL si rimbalzano la responsabilità, parrebbe che per il 2011 la discarica di Cerro Tanaro non potrà accogliere i rifiuti astigiani; la causa, dicono i democratici Angela Motta e Fabrizio Brignolo oggi su La Nuova Provincia - sarebbe il ritardo con cui è stata autorizzato l'ampliamento del sito. E quindi? Esportazione di rifiuti. Che ci costerà, e pure tanto.

Più app, meno cemento

Intelligente l’intervento di Salvatore in merito alla questione Agrivillage. Almeno la sua proposta, tra il serio e il sarcastico, va nella direzione giusta. Non è un turismo di massa quello di cui l’astigiano ha bisogno, men che meno di uno pseudovillaggio da 180 mila metri quadri (tre volte la superficie di piazza Campo del Palio, più o meno). L’obiettivo dev’essere portare qui un turismo interessato a consumare cultura, storia, paesaggi. Poi, certo, vino e tartufi per tutti. Ma in modo diffuso, ogni collina con le sue peculiarità, le sue bellezze. L’identità, in fondo, è questo.
Non me ne vogliano i promotori dell’Agrivillage: li avevo conosciuti in occasione di uno dei primi articoli scritti sull’argomento, mi avevano spiegato che il progetto sarebbe stato un gran bene per l’astigiano. Rimango della mia opinione, aggiungendo che comunque tutto quel cemento è un prezzo che il territorio non può proprio più pagare. Dopo il golf di Settime, sarebbe la trasformazione definitiva della Val Rilate in una specie di Disneyland sfigata.
Credo, tra l’altro, che molte delle ville intorno al golf siano ancora invendute. D’altra parte qui non siamo a Miami, o sulla costa toscana. Qui quello che c’è di bello è il paesaggio, frutto dell’interazione di una cultura contadina con il territorio. A colpi di villaggi e villette il paesaggio lo perderemo definitivamente, e non sarà solo la perdita di un’attrazione turistica. Perderemo campi, rii, boschi, siepi. Tutto quello che, in ultima analisi, ha generato i peperoni quadrati di Motta o i cardi gobbi di Nizza. A quel punto, all’Agrivillage che ci venderanno? Tartufi Nestlè?

giovedì 18 novembre 2010

Almeno per una settimana

Quella tra il 20 al 28 novembre sarà la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. Le iniziative in calendario non si contano, per una volta una notizia positiva sul tema dei rifiuti. Per celebrarla, comunque, basta dimostrare un po' di civiltà. Per quella settimana, provate a usare i sacchetti biodegradabili invece di quelli in plastica per la raccolta dell'organico. O a controllare se non ci sia niente di riciclabile tra quello che buttate nell'indifferenziata. Si sa mai che dopo una settimana diventi un'abitudine.

mercoledì 17 novembre 2010

Meanwhile, in Rome

Un'altra discarica pronta a esplodere. Siamo a Malagrotta (Roma), dove "raccolta differenziata" non sanno nemmeno come si scriva. Più o meno come nel resto del Paese.

martedì 16 novembre 2010

La collina resistente


Non sono abbonato (purtroppo) a Piemonte Parchi, in ogni caso sul numero di ottobre c'è un servizio sull'Oasi Wwf di Loazzolo. Una collina resistente, che invece di darsi ai capannoni promuove un altro tipo di sviluppo: vino, formaggio, le splendide orchidee selvatiche che spuntano in primavera.

Problemi di interpretazione

Ecco, io vorrei capire perché con un segretario come Bersani, con una pila così di documenti programmatici, con un esercito di militanti, il Partito Democratico continui a non superare lo squallido 25%. Ieri sera su RaiTre il nostro ha dato la polvere a Fini, vogliamo negarlo? La spiegazione che mi sono dato è che continua a esistere un abisso tra il ruolo che sarebbe nella vocazione del PD, e l’interpretazione di quel ruolo. C’era un’aspettativa enorme nei confronti del partito, da parte di riformisti, progressisti, ambientalisti. Non conosco elettore di sinistra che non sia sconsolato per il modo in cui il PD è venuto meno al proprio compito. Un PD considerato molle, diviso, incerto, pigro, arrogante, ingenuo, dilettante. Tante critiche, forse, sono state ingiuste; in ogni caso, riprendere il contatto con questa aspettativa dev’essere la priorità. Ammesso che dall’altra parte ci sia ancora qualcuno ad aspettare.

lunedì 15 novembre 2010

Al verde il ministero del verde

Il Wwf spiega meglio di tanti altri che il dissesto idrogeologico del territorio italiano è conseguenza di scelte ben precise. Dagli investimenti di un governo si capisce la direzione della barca Italia; i fondi destinati al Ministero dell’Ambiente per il 2011 sono appena 514 milioni di euro. Un terzo, più o meno, di quelli destinati al Ministero della Cultura o a quello delle Politiche Agricole. Pure la Prestigiacomo ha battuto i pugni sul tavolo, ottenendo le sarcastiche reazioni che sono ormai il marchio di quella sagoma di Tremonti. Fondi risicatissimi, insomma, per tutelare i suoli che da sud a nord franano o si allagano. Qui non si tratta neanche di ideale ambientalista, ma di concretissime iniziative per evitare che a ogni pioggia le aziende contino milioni di danni, o peggio ci scappi il morto. E il compito resta al Ministero dell’Ambiente: qui sì che occorre una scelta di campo, perché la soluzione all’Italia che frana non sono grandi opere ma una cura certosina del territorio, delle sue forme, delle sue caratteristiche, delle sue ricchezze.

venerdì 12 novembre 2010

Quei letti sopra la discarica

A Milano - dico: a Milano - la Procura ha messo sotto sequestro il cantiere di via Calchi Taeggi, progetto residenziale, perché sorto sopra una ex discarica di rifiuti pericolosi. Le falde acquifere, secondo l'Asl, sono pesantemente inquinate, e a quanto pare non sono mai state fatte le bonifiche necessarie per rimediare a 30 anni di abusivismo. Un'immagine efficace dell'area, così come si presenta ora, la dà l'edizione di Milano del Corriere: "Sul lato Sud-est dell'immensa area che fa parte del PII Calchi Taeggi, affacciato sulla via privata Bisceglie, è ben visibile la spianata di cemento appoggiata su 400 piloni di cemento armato, una sorta di palafitta-tappo per la sottostante discarica". Una storia già di per sé raggelante, ma che assume contorni ancora più foschi se si citano i personaggi coinvolti, come spiega Il Fatto Quotidiano.
Quello che davvero mi sconvolge è ancora una volta la facilità con cui in Italia viaggiano da nord a sud (e viceversa, parrebbe) quantità abnormi di rifiuti pericolosi. Forse una processione per discariche abusive sarebbe educativa. Per dirla alla Grillo, dormiamo su un mucchio di merda e non lo sappiamo. Non lo sapevano di certo le famiglie che proprio in  via Calchi Taeggi hanno già comprato 200 alloggi: sulla carta venivano venduti come "case immerse nel verde". Oggi, davanti alle domande degli inquirenti che hanno aperto l'indagine, allargano le braccia e sospirano: "Che cosa potevamo fare? Ci siamo fidati".

Fucilata!

Certo che per essere una specie in via di estinzione, i cacciatori ne fanno ancora parecchi di danni.

giovedì 11 novembre 2010

L'ovvietà che non c'è

Sono tempi in cui ribadire l'ovvio è cosa buona e giusta. Lo scrivo perché così, su due piedi, questo post su Ecoblog mi sembrava non aggiungesse niente di nuovo a quanto ogni cittadino dotato di un minimo di coscienza civica dovrebbe già sapere. La Campania è ridotta a una fossa velenosa, un affarone tanto per il gestore (la Camorra) quanto per i clienti (le aziende che risparmiano sullo smaltimento dei rifiuti). Altrettanto noto dovrebbe essere che gran parte dei rifiuti esportati laggiù arriva dal Nord Italia.
Leggendo quel post ho intravisto un filo che collegava il disastro ambientale campano con una questione locale: qualche settimana fa Gaia - l'azienda che gestisce il trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti in provincia di Asti - ha annunciato che sarà costretta a tagliare alcune decine di posti di lavoro. Il motivo? Nella plastica recuperata con la differenziata ci sono troppe impurità. In troppi, insomma, riciclano male i rifiuti; e separare la plastica dalle altre schifezze costa troppo, se fatto a valle, ovvero dopo la raccolta. I dettagli, emersi già a luglio, sono qui.
Il legame tra i due casi è l'importanza della raccolta differenziata nella gestione dei rifiuti. Un'ovvietà che forse di ovvio non ha nulla, perlomeno in Campania dove avrebbe messo un argine alle discariche; ma nemmeno qui, dove potrebbe assicurare posti di lavoro.

mercoledì 10 novembre 2010

Un maiale che non vola è solo un maiale

Non senza una certa commozione, ho scoperto che venerdì uscirà in Italia Porco Rosso. Da dove pensavate arrivasse quell'aeroplanino rosso in cima alla pagina?

Surgelati che raccolgono le firme

Niente di meglio di una mattinata d'autunno all'aria aperta. Magari immobili, magari a raccogliere firme. In ogni caso, freddo o non freddo la proposta di legge per dire sì alle energie rinnovabili e no al nucleare merita di essere portata avanti. Per cui entro la prima settimana di dicembre vedrete spuntare in centro un banchetto con alcuni personaggi semisurgelati, battenti bandiera democratica, che vi chiederanno un autografo a sostegno di questa campagna. La proposta di legge, di iniziativa popolare, ha un titolo non proprio sintetico: "Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima". Per fortuna esiste un pratico vademecum in dieci punti che ne chiarisce gli obiettivi, su tutti valga il secondo: "Sostenere la ricerca su tutte le tecnologie energetiche, escluso il nucleare, per centrare l’obiettivo a lungo termine della produzione di energia al 100% da rinnovabili". Riassunto del riassunto: per contenere le emissioni di CO2, l'attuale governo punta sul nucleare, la tecnologia meno economica e più impattante della storia umana. La strada è un altra, finanziare la ricerca e incentivare gli impianti energetici da fonti rinnovabili. Per amor di cronaca, la campagna è promossa da associazioni ambientaliste, forze sociali, personalità del mondo della scienza e della cultura. Se in mezzo trovate il nome di Giulietto Chiesa, non vi spaventate: la proposta di legge rimane una cosa seria.

martedì 9 novembre 2010

Noi restiamo. Masi anche no

Ieri sera oltre 7 milioni e mezzo di italiani hanno guardato Vieni via con me. Per fare un confronto, il Grande Fratello si è fermato a poco meno di cinque milioni. RaiTre non crede al miracolo (per la rete è il miglior risultato degli ultimi dieci anni), nel panorama catodico del paese si riapre una finestra di civiltà, e mamma Rai che fa? Mastica amaro: il direttore Masi ha già promesso che si rivedrà ogni secondo della trasmissione andata in onda. Il che, suppongo, dovrebbe essere letto come una minaccia. Mi rendo conto che il suo umore non debba essere alle stelle, dopo essersi preso l’ennesimo schiaffone. Come noto, la direzione Rai aveva tentato di bloccare il programma con Fazio e Saviano con la scusa che gli ospiti sarebbero costati troppo. Nessun problema, hanno risposto tra gli altri Benigni e Abbado, veniamo gratis. Così, senza alcun tipo di contratto né di vincolo con la rete, tecnicamente e moralmente si sono sentiti ancora più liberi di dire quello che passava loro per la testa. Bel colpo. Già chiedere lo stop di Annozero, che fa il pieno di pubblicità, dimostra che come direttore Masi non stia lavorando affatto nell’interesse della Rai. Ora mi pare che il caso Vieni via con me metta bene in chiaro che sulla azienda da lui diretta non abbia neanche più il controllo: insomma, priorità sbagliate perseguite con metodi inopportuni. Visto che l’azienda è di tutti noi, chi prepara una bella lettera di licenziamento? Mi raccomando, una postilla: gradiremmo il nostro servizio televisivo pubblico senza partiti in sala controllo.