giovedì 9 dicembre 2010

Da vedere: L'illusionista



Da La Nuova Provincia del 10/12/2010
È una piacevole sorpresa che anche ad Asti venga programmato questo piccolo gioiello del cinema d’animazione, diretto da Sylvain Chomet, già autore di “Appuntamento a Belleville”. Chi ha avuto l’occasione di vedere la precedente opera di Chomet sa già che siamo distanti anni luce dalle tecniche digitali usate da Pixar e Dreamworks: con “L’illusionista” si ritorna al sapore artigianale che avevano i film Disney, e si rimane a bocca aperta per l’espressività dei tratti di pennello che compongono le sequenze. “Magia” è la parola chiave di questo lungometraggio, la trama ruota infatti intorno a un illusionista, che della magia ha fatto un mestiere. Un mestiere difficile, negli anni Cinquanta che fanno da sfondo alla storia: il pubblico è sempre più raro, e l’illusionista Tatischeff fatica a trovare palchi su cui esibirsi. Quando è sul punto di abbandonare la magia, in uno sperduto pub scozzese incontra una ragazzina convinta che i suoi trucchi siano realtà. Con che coraggio toglierle questa illusione? Il film è tratto da un soggetto che Jacques Tati – regista, attore, mimo francese – non riuscì mai a concretizzare in film; per cinquant’anni la bozza di “Film Tati n° 4” è rimasta a prendere polvere al Centre National de la Cinématographie di Parigi, finché la figlia di Tati, Sophie, non l’ha consegnata a Chomet. Una curiosità: il nome dell’illusionista, Tatischeff, è il vero nome di Jacques Tati: nel film, il regista li unisce in un surreale incontro.

e.p.r.

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