domenica 5 dicembre 2010

Wikileaks, degli imbarazzi ce ne facciamo poco

Spero che tra le montagne di file fatti circolare da Wikileaks ce ne sia almeno uno a smentirmi, ma finora le conseguenze alla mossa di Assange sono stati molti imbarazzi e poche verità scomode.
Le dovute conclusioni le ha già tirate Gramellini, la scorsa settimana su La Stampa. Da parte mia vorrei aggiungere che in quest'epoca è già abbastanza facile dimostrare la vulnerabilità delle istituzioni; le informazioni che vorrei vedere saltare fuori sono ben altre. I legami tra la politica e le lobby del cemento, per esempio, o dell'energia, o dell'industria militare. Giusto per spiegarci tangenziali di dubbia utilità, avventure nucleari e guerre improvvisate.  Ma si sa, non è questo il genere di cose che si usa affidare a documenti scritti.
Anche la pubblicazione di quanto contenuto negli archivi dei servizi segreti italiani sarebbe un bel colpo; allora sì che a Wikileaks tributerei un bell'applauso. Per adesso ci sta pensando Repubblica a chiedere l'apertura degli archivi: potete firmare per la petizione cliccando qui.

1 commenti:

Zuccaviolina ha detto...

Eh sì, hai dannatamente ragione. Non erano poi grandi rivelazioni. Ora vado a firmare l'appello.

Posta un commento