venerdì 11 febbraio 2011

Il governo cala le brache. Stavolta è una metafora

Del triste e squallido destino del Parco dello Stelvio avevo già scritto qui, oggi Repubblica ritorna sull'argomento con un'inchiesta che vale la pena leggere. Riassunto: il governo non ha problemi a calarsi i pantaloni, anche in senso figurato. In questo caso per un ruolo passivo, per di più a pagamento.Valli a capire questi ricchi viziosi.

... (il Parco dello Stelvio) è stato il primo regalo, in cambio dell'astensione sulla fiducia a Berlusconi. "Il parco nazionale non aveva mezzi, mancavano soldi anche per il personale - dice Durnwalder - e noi faremo investimenti. Certo, qualcosa deve cambiare. Non si può escludere ad esempio l'agricoltura tradizionale e anche l'uomo, oltre ai cervi e agli stambecchi, si deve sentire a casa propria".

Il consigliere dei Verdi, Hans Heiss, vede nero. "Anche il parco dovrà rendere, come un'azienda. Durnwalder non avrà più le mani legate e non è difficile prevedere le sue proposte: ridurre le aree in cui è vietata l'edificazione, sveltire le pratiche urbanistiche, capitalizzare il patrimonio dell'acqua con la costruzione di centrali elettriche... Se un contadino chiederà di tagliare qualche ettaro di bosco per farne un meleto, chi dirà di no? La caccia? In pratica è già aperta. Non ci sono abbastanza guardie e i bracconieri hanno strada libera. Ogni tre o quattro anni bisogna fare lo "sfoltimento" e allora il presidente, che è cacciatore, invita duecento amici per l'abbattimento. Noi ci facciamo sempre consegnare l'elenco degli invitati a questo "jus venandi" e scopriamo che sono presidenti di società, direttori di bande musicali...".

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