sabato 19 marzo 2011

Quel leggero sospetto che avevamo un po' tutti

Wikileaks a noi italiani fa sempre quell'effetto un po' così. "Berlusconi rovinato dai festini", e noi ci sghignazziamo su. "D'Alema vuole far fuori Veltroni", e noi ci diamo di gomito. Ci fa ridere come un garbato signore scandalizzato da un'Italia di cui conosciamo bene i vizi. Poi però arrivano cablo come quello diffuso ieri da l'Espresso, e l'aspetto ironico del giochino svanisce un po'.
Ma solo quella, visto che quanto emerso ieri è di nuovo una non-notizia. Ogni grande opera (quasi tutte, via) risponde alle esigenze di una multinazionale o di un megaimprenditore, non tanto a quelle dei cittadini, i quali casomai diventano vittime di campagne di rincitrullimento che li convincano dell'assoluta utilità di ponti, inceneritori, autostrade, centrali nucleari.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole, se non un nuovo avvincente capitolo di una guerra economica combattuta tra le diplomazie statunitense, francese e italiana. Anche se questa volta noi, vasi di coccio tra vasi di ferro, la possibilità di alzare la mano e dire la nostra ce l'abbiamo. Andando a votare al referendum del 12 giugno.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Io il 12 giugno sarò in fila ai seggi per dire la mia. Spero che tanti cittadini italiani facciano lo stesso.
Sinceramnete temo la moratoria di un anno che hanno votato ieri in Parlamento: spero non faccia perdere mordente all'importanza dei tre quesiti (tutti e tre lo sono) e faccia quindi credere che non sia importante votare. Aver postergato tutto a "fra un anno" non significa affatto aver rinuciato al nucleare, ma anzi, volerlo portare avanti a tutti i costi.
Perchè gli italiani, ammettiamolo, purtroppo hanno la memoria corta...

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