Non solo per il centro sinistra. Il Paese ha dimostrato di non essere un monolite ipnotizzato dalla propaganda di questo regime mediatico e ha scelto di usare la testa. Un fatto positivo a prescindere. Ora viene il bello. Ci sarebbero dei risultati su cui ragionare, poi guardi queste cifre che escono dai margini delle previsioni come quei disegni colorati da bambini, con i tratti di pastello che si staccano dal segno già tracciato. La persona giusta nel posto giusto può rimescolare le carte. Milano è il caso più eclatante, anche se nelle prossime due settimane la macchina da guerra di mr. B difficilmente se ne starà ferma a guardare. Vedremo.
Torino, forse la città più bella d'Italia, è in buone mani. Ma a Fassino vorrei dire due cose: uno, alla sua età dovrebbe iniziare a chiedersi come fare per lasciare un buon ricordo di sè. Gli suggerirei di dimostrare coraggio, di lasciar perdere progetti odiosi e fallimentari come Tav o tangenziale est. Andiamo oltre, Piero. Due: i Cinque Stelle non sono da sottovalutare, soprattutto per i temi che propongono. Fatta la tara di un idealismo spinto all'eccesso, i temi su cui insistono sono spesso condivisibili, non ingenui, solo di buon senso. Non dovremmo sottovalutare i principi, soprattutto quando sono buoni principi. Anche perché non è vero che non portano voti.
I grillini sfiorano il 5% a Torino, superando (di poco) il Terzo Polo e diventando loro il terzo polo. Fini, Casini e Rutelli escono dalle amministrative privati di ogni significato politico. Il che dovrebbe essere un segnale per chi, fino a ieri, continuava a dar loro un senso inventandosi alleanze che nessuno desidera nè auspica.
Post scriptum: tra dodici mesi tocca a noi.