venerdì 10 giugno 2011

Cos’è successo oggi al Rio Crosio

Prologo: l’Associazione Alpini di Asti intende costruire la sua nuova sede al Parco Rio Crosio. Qualcuno non è d’accordo e li invita a trovarsi un altro posto, magari un edificio da ristrutturare.

«Sono arrivate le ruspe», mi ha scritto stamattina un amico. Chi è deciso a contrastare il progetto della casa alpina al Rio Crosio, era già lì alle sei. Sapevano che il cantiere avrebbe iniziato a lavorare oggi, così hanno deciso di presidiare l’accesso. Sono indignati, come hanno scritto sugli striscioni all’ingresso del parco. E da oggi questa piccola massa, che forse è presto per definire critica, composta da ambientalisti, attivisti di Stop al consumo di territorio e parecchi cittadini, è ufficialmente anche incazzata.
Pure questo sta scritto lì al Rio Crosio, un grido comparso appena dopo l’ingresso delle macchine da lavoro nel cantiere. Operazione, quest’ultima, che ha incontrato la resistenza fisica dei dimostranti, i quali si sono seduti per terra impedendo l’ingresso nel parco alle ruspe. Il quartiere, per lo più pensionati e bambini, era tutto a guardare dal balcone. Alcuni sono scesi in strada, e dal mormorio si intuiva che il progetto non ha il favore dei residenti. Polizia e vigili urbani, presenti in forze, hanno pazientemente atteso che lo spettacolo seguisse il suo corso: il sit in, le ultime dichiarazioni degli indignati, l’applauso della gente. Gli agenti hanno avvertito che la protesta stava bloccando i lavori; se avessero rifiutato di levarsi, sarebbero stati denunciati per resistenza a pubblico ufficiale. Poi hanno sollevato di peso quanti si erano seduti per terra, li hanno deposti qualche passo più in là e fatto spazio ai mezzi, che finalmente sono entrati nel cantiere. Nota di merito alle forze dell’ordine, dal vicequestore in giù, per la delicatezza: non un urlo, non uno strattone.
Il che ha reso ancora più grottesca la vicenda, caratterizzata più da amarezza che da toni violenti. Gli unici scontri sono stati verbali, e sono avvenuti di mattina presto, nei pochi momenti in cui erano presenti i promotori della casa alpina: Adriano Blengio, presidente ANA Asti, e Mario Aresca, alpino pure lui e consigliere comunale PdL. Blengio si è dimostrato valido incassatore di proteste, mentre Aresca è stato protagonista di un vivace dibattito con Alessandro Mortarino, portavoce di Stop al consumo di territorio.
Alle 18.30 di stasera gli indignati si sono di nuovo dati appuntamento al Rio Crosio per continuare la protesta.

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