lunedì 13 giugno 2011

Quorum! E adesso cosa facciamo?


L’aspetto più edificante di questo splendido referendum è stato certamente la partecipazione civile. Alta affluenza, grande mobilitazione, interesse per i temi trattati. Un patrimonio di civismo che dev’essere custodito e mantenuto vivo, perché se i cittadini si riappropriano della politica, ovvero il governo della res publica, si riduce lo spazio per chi finora la politica l’ha sfruttata. Informarsi, attivarsi, partecipare. Di certo il passaggio cruciale è il secondo, l’informazione.

E anche in questo caso il referendum ha qualcosa da insegnare: nonostante la scarsa comunicazione sui quesiti passata in tv, nonostante l’invito del Tg1 a organizzare una giornata al mare, nonostante le date sbagliate al Tg1 e Tg2, gli italiani sapevano che si votava, e sono andati in tanti. Forse la gente non è così teledipendente come si credeva, forse gli altri media hanno acquisito una rilevanza che non ci si aspettava. Occhio, però, al ruolo di internet: qui l’informazione è distribuita da tutti, anche dai cretini. Bisognerà che si impari a filtrare, a valutare le fonti. Sulla tv sarà necessario un ragionamento più approfondito, a partire dal servizio pubblico: oltre a essere inefficienti come macchina di consenso, i telegiornali della Rai nell’era Berlusconi hanno perso spettatori e introiti pubblicitari. Chi beneficia dello status quo? Fuori, fuori i partiti dalla Rai: sarà questa la prossima grande battaglia civile.

Terza e ultima considerazione post referendaria: abbiamo detto no (ok, in realtà abbiamo detto sì per dire no) al nucleare e sì alla gestione pubblica dell’acqua. E adesso? C’è chi dice che l’Italia può diventare l’Arabia Saudita del solare, benissimo. Servono ricerca, buone idee e incentivi. Cooperiamo a livello comunitario perché ogni paese sfrutti le proprie risorse rinnovabili. Ci sono proposte di legge sull’acqua, una da parte del comitato che ha promosso i due quesiti e una del PD. Ecco, il PD: ci siamo dati da fare per il referendum, ora il partito sia coerente con quelle scelte e non perda di vista il movimento dal basso che le ha condivise.

2 commenti:

Zuccaviolina ha detto...

parole sante, Enrico!

Anonimo ha detto...

Parole sante davvero!

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