lunedì 10 ottobre 2011

La storia della Tso, dal 1960 a oggi


Martedì scorso al Diavolo Rosso si sono incontrati attivisti Notav e movimenti astigiani contro la Tangenziale Sud Ovest. Serata interessante, di cui ha già scritto il collega Ruffinengo sulla Gazzetta, mentre il pezzo del sottoscritto uscirà domani su La Nuova Provincia.
Del dibattito ho apprezzato in particolare l'intervento di Giuseppe Ratti, ingegnere e docente in pensione del Politecnico: in pochi minuti ha riassunto la storia della Tso, dal 1960 a oggi. Utilissimo soprattutto per avere una visione complessiva della questione, ho pensato di rimettere in ordine gli appunti e di condividerli con voi (clicca su "Continua a leggere").

"La storia della Tangenziale Sud Ovest può essere divisa in due periodi. Il primo comincia nel 1960 e dura fino al 2000, quando è concepita come una normale strada a servizio dell’astigiano, su cui hanno competenza Comune e Provincia. Dal 2000 ad oggi i progetti la delineano come un’autostrada, annoverata tra le opere prioritarie; questo significa che è il governo a comandare, e che i finanziamenti per realizzarla sono assicurati dal livello centrale. Tutti gli altri enti, dal Comune alla Regione, sono esclusi dal processo decisionale.

All’epoca del primo progetto, il comune informò i proprietari dei terreni della volontà di fare la strada; tutti erano favorevoli, mancava ancora la Tangenziale Est, non c’era la Torino - Piacenza né il cavalcavia Giolitti. Tutto il traffico passava per la città. Ma la strada era considerata difficoltosa da realizzare e non venne fatta. Occorreva infatti, oggi come allora, superare due fiumi e due ferrovie.

Nel 1974 venne varato il primo piano regolatore di Asti, il quale prevedeva la Tangenziale Sud Ovest: questa sarebbe passata sugli orti prossimi a corso Alba. Ma con le successive modifiche al prg, il tracciato si spostava verso ovest, perché nel frattempo era stato costruito il cavalcavia e il quartiere di corso Alba. È interessante notare come l’assessore Giorgio Platone nel 1980 avviò un censimento del patrimonio abitativo in previsione del secondo piano regolatore, poi varato solo nel 2000. Già allora si constatò che c’erano più case che abitanti, e propose un piano a crescita zero.

L’ultima modifica concettuale al progetto fu la galleria di valle San Pietro, perche il suolo in piano dove avrebbe dovuto passare la tangenziale era ormai completamente occupato. Intorno al 2000 tutti pensavano che l’idea della strada venisse abbandonata, fu allora che scese in campo Roberto Marmo; nel frattempo era in definizione il progetto della Asti-Cuneo, Marmo si convinse che gli astigiani da soli non sarebbero riusciti a portare a compimento la tangenziale; da qui l’idea di inserirla tra i progetti di competenza dell’Anas, come elemento complementare alla Asti-Cuneo.

L’amministrazione Voglino capì che il progetto non serviva, e si oppose alla soluzione proposta da Marmo. Così propose un suo progetto, quello di una strada lungoborbore. Nel frattempo l’Anas fece le sue Osservazioni sulla proposta di Marmo, decidendo che il miglior collegamento tra la A33 e la Torino - Piacenza era ad Asti Est. Ma come arrivarci? C’erano due ipotesi: o una seconda tangenziale a fianco della Est, già esistente, oppure Comune e Provincia avrebbero potuto cedere all’Anas la Tangenziale Est per trasformarla in tracciato autostradale.

Ne seguì un accordo tra Comune e Provincia, i quali cedettero all’Anas la Tangenziale Est; in compenso Anas e società Asti-Cuneo si impegnarono a realizzare un’opera utile ad asti. Marmo suggerì che tale opera fosse proprio la Tangenziale Sud Ovest, il Comune accettò ma a condizione che fosse a una carreggiata e due corsie. Tale accordo venne disatteso dal nuovo progetto dell’Anas, presentato nell'agosto 2009, che proponeva un tracciato a due carreggiate e sei corsie di marcia. Tale progetto venne integrato nel giugno 2011 con i documenti richiesti dal Ministero dell’Ambiente, come lo studio del traffico, mai eseguito prima in modo organico e pertinente; quest’ultimo ha dimostrato che due corsie sono sufficienti per almeno 30 anni, tanto che l’ultimo progetto attualmente al vaglio della Regione è ritornato all’ipotesi di una carreggiata e due corsie. Ma attenzione, ricordiamoci che la Regione può solo dare un parere."

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