martedì 1 novembre 2011

Renzi, quei cento punti, le bollicine

Al di là degli elogi dal centrodestra, Renzi mi sta poco simpatico. Alle spalle ha delle scelte per nulla condivisibili, su tutte il suo no al referendum per l’acqua pubblica; troppo liberal, per i miei gusti, con una serie di ospiti nella sala della Leopolda, lo scorso weekend, che tutto sono fuorché garanzia di progresso.
E poi che ci volete fare, detesto tutte le discussioni sulle figure di vertice: tanto non arriverà nessuno a salvare il partito, né il paese, e chi se lo aspetta è bene che non faccia politica.
Quei 100 punti, mah. Luci e ombre. Però.
Però è un gran bene che stia succedendo quello che sta succedendo, l’altro giorno a Firenze e il weekend prima a Bologna con Civati e Serracchiani; perché significa che c’è effervescenza dentro a un partito ingessato, significa che da qualche parte emergono bollicine di fantasia ed entusiasmo.
Mi piace questo principio di coinvolgimento della base nel definire i programmi; lo sostengono sia Civati che Renzi, con modalità diverse. Uno evoca Twitter, l’altro Wikipedia. Chissà se il restante 95% degli elettori capiranno di che diavolo parlano. In ogni caso, bisogna vedere se lo spirito dura e se sopravvive a un’applicazione concreta.
Mi chiedo: quale sarà la ricaduta sulla politica locale di questi processi in atto? Non voglio nemmeno immaginare una spaccatura tra correnti giovaniliste e anzianiste, tra l’altro risolvere con questa lettura i problemi complessi del PD è semplicistico e poco aderente alla realtà. Ma spero che il subbuglio a Roma (a Firenze, a Milano) convinca sempre più astigiani sotto i trent’anni a cercare un posticino da cui dire la loro, come Renzi e Civati stanno facendo più in grande.
Qui al Partito Democratico abbiamo parecchio bisogno di quelle bollicine.

1 commenti:

fabio ha detto...

Renzi è un ottimo candidato premier: per il centrodestra è perfetto.
Fabio

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