Al di là degli elogi dal centrodestra, Renzi mi sta poco simpatico. Alle spalle ha delle scelte per nulla condivisibili, su tutte il suo no al referendum per l’acqua pubblica; troppo liberal, per i miei gusti, con una serie di ospiti nella sala della Leopolda, lo scorso weekend, che tutto sono fuorché garanzia di progresso.
E poi che ci volete fare, detesto tutte le discussioni sulle figure di vertice: tanto non arriverà nessuno a salvare il partito, né il paese, e chi se lo aspetta è bene che non faccia politica.
Quei 100 punti, mah. Luci e ombre. Però.
Però è un gran bene che stia succedendo quello che sta succedendo, l’altro giorno a Firenze e il weekend prima a Bologna con Civati e Serracchiani; perché significa che c’è effervescenza dentro a un partito ingessato, significa che da qualche parte emergono bollicine di fantasia ed entusiasmo.
Mi piace questo principio di coinvolgimento della base nel definire i programmi; lo sostengono sia Civati che Renzi, con modalità diverse. Uno evoca Twitter, l’altro Wikipedia. Chissà se il restante 95% degli elettori capiranno di che diavolo parlano. In ogni caso, bisogna vedere se lo spirito dura e se sopravvive a un’applicazione concreta.
Mi chiedo: quale sarà la ricaduta sulla politica locale di questi processi in atto? Non voglio nemmeno immaginare una spaccatura tra correnti giovaniliste e anzianiste, tra l’altro risolvere con questa lettura i problemi complessi del PD è semplicistico e poco aderente alla realtà. Ma spero che il subbuglio a Roma (a Firenze, a Milano) convinca sempre più astigiani sotto i trent’anni a cercare un posticino da cui dire la loro, come Renzi e Civati stanno facendo più in grande.
Qui al Partito Democratico abbiamo parecchio bisogno di quelle bollicine.
Scrivimi. No, davvero.
1 mese fa
1 commenti:
Renzi è un ottimo candidato premier: per il centrodestra è perfetto.
Fabio
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