lunedì 14 novembre 2011

Sul Tanaro il rischio del trash-populismo


Grazie a Salvatore per la foto
"Il Tanaro è sicuro? A noi non sembra" Il manifesto che vedete a fianco insinua il dubbio. Porta la firma di Mariangela Cotto, candidata a sindaco, noto personaggio del centrodestra locale. E che a giudicare da questa uscita, per la sua campagna elettorale punterà sul genere trash-populista.

Dietro alla domanda e alla Cotto, sul manifesto c’è quell’immagine del fiume che, forse, qualcuno pensava restituisse un senso di pericolo. Si vedono acqua e isolotti, con la vegetazione fluviale intorno. Che siano proprio questi elementi a preoccupare la Cotto? A pensarci bene, in queste settimane quanta gente ha chiesto di rimuovere i sedimenti dai letti dei fiumi, di tagliare gli alberi lungo le sponde?

L’opinione diffusa è che così facendo il fiume avrebbe un alveo più profondo per crescere durante le piene; nella vegetazione invece rimarrebbero impigliati i detriti trascinati dalla corrente, i quali a loro volta potrebbero formare delle dighe naturali e favorire l’esondazione del fiume. C’è anche chi dice che gli alberi andrebbero eliminati dalle rive perché rischierebbero di cadere in acqua e fare danni più a valle.

Questo è il pensiero che può lecitamente esprimere il cittadino comune. Ma un politico dovrebbe andarci più cauto, anche perché, sostanzialmente, sono considerazioni sbagliate. Non lo dico solo io: fatevi un giro sul sito del Cirf, il Centro Italiano Riqualificazione Fluviale, associazione senza scopo di lucro composta da tecnici del settore. Tra le tante risorse messe a disposizione, c’è questo splendido documento, che elenca le buone pratiche con cui gestire un fiume. Sì, è complesso e lungo parecchie pagine. Ma stiamo parlando di idrogeologia, mica di friciule (nota: a me le friciule piacciono).

Da leggere: paragrafo 2.4, “Escavazioni: perché scavando per aumentare la sezione di deflusso si rischia (quasi sempre) di far più danni che benefici”:
Questa classica pratica idraulica può avere un effetto immediato positivo in loco sul problema esondazioni perché aumenta la portata veicolabile dal tronco fluviale (una data portata transita con livelli idrici inferiori), ma crea molti altri problemi, spesso sottovalutati perché si manifestano in tempi lunghi.
2.8, “Pulizia dell’alveo: ché la vegetazione non è sporcizia, né causa di inondazioni”:
Dal punto di vista idraulico, la presenza di vegetazione in golena ha un importante effetto: l’aumento della “scabrezza” e quindi il rallentamento delle acque che in piena occupano anche le golene. Questo effetto idraulico (…) è in genere positivo, perché contribuisce a trattenere l’acqua e quindi a “diluire” la piena nel tempo, abbassandone il picco.”
2.9, “Rischio idraulico: perché mettere in sicurezza è un utopia e aumentarne la percezione di sicurezza può far crescere il rischio”
Il concetto di mettere in sicurezza è tecnicamente sbagliato perché qualsiasi intervento (…) è progettato per un determinato “tempo di ritorno”. Anche quando il tempo di ritorno è molto lungo (…) esiste una probabilità che si verifichi una piena peggiore di quella per cui l’opera è stata progettata; tale probabilità è peraltro aumentata dal cambiamento climatico, per cui i dati meteorologici storici, in base ai quali progettiamo le opere, potrebbero non rappresentare adeguatamente il clima dei prossimi anni.
(...) la cosa più paradossale è che la realizzazione di opere per ridurre il rischio può portare ad un aumento del rischio: la sicurezza percepita (e la rimozione del vincolo di inedificabilità nell’area “messa in sicurezza”), infatti, spinge ad incrementare il valore dei beni esposti favorendo la nuova edificazione e, perciò, incrementando l’entità dei danni in caso di alluvione.
Fin qui le considerazioni tecniche, che qualunque esperto del ramo idrogeologia sarebbe pronto a sottoscrivere. Dal punto di vista etico, la questione è anche più grave: al di là del caso specifico, con quel manifesto e il suo detto-non detto, il suo non-messaggio, un politico non dovrebbe insinuare dubbi nei cittadini, che già faticano a trovare certezze cui appigliarsi. Denunciare cosa non va, questo sì, e proporre soluzioni dopo un’analisi oggettiva della situazione. Tutto il resto è l’eredità di un'era politica che ci lasciamo volentieri alle spalle.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

http://www.adbpo.it/on-multi/ADBPO/Home.html

Anonimo ha detto...

Bravo Enrico!
.... e bella foto!

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