giovedì 27 settembre 2012

Quando il Pdl voleva il carcere per i giornalisti

Sul caso del direttore de Il Giornale non ho dubbi: è aberrante finire in carcere per un articolo. Non un semplice editoriale, è il caso di precisare, ma un articolo che riportava notizie false; quindi andiamoci piano a parlare di "reato d'opinione". Ma già che ci siamo, sarebbe il caso di ricordare quando il Pdl la pensava diversamente.

martedì 25 settembre 2012

Quelli che non hanno fatto opposizione

Non viene fuori un casino come quello della Regione Lazio senza che ci siano responsabilità più ampie di quelle della sola maggioranza. Chi doveva fare opposizione, evidentemente ha chiuso più di un occhio su quanto succedeva: lo conferma anche il Corriere, così che questa pessima storia è diventata un affresco pure troppo realistico di quello che tutti immaginavamo fosse la peggiore politica. Un po' come se il prossimo cinepanettone si intitolasse "Natale al Parlamento", con culi, mazzette di banconote, gente che magna e che sghignazza; saremmo usciti dalla sala e ci saremmo detti: vabbé, è solo un film.

E invece pare proprio di no. Quindi? Beh, guardando in casa nostra, se avessi un ruolo dirigenziale all'interno del PD e se magari - ehm ehm - stessi cercando di vincere le primarie - ehm ehm - imporrei una regola molto semplice: tutti quelli che hanno una pur minima responsabilità per "quer pasticciaccio brutto", si possono sognare la ricandidatura. Ovunque. Quindi niente riciclaggio (nemmeno verso altri enti) per chi ha avvallato l'aumento dei fondi ai gruppi consiliari, o per chi semplicemente non ha alzato la mano al momento opportuno per dire "ehi, un momento". Perché il cambiamento generazionale si fa innanzitutto nei gesti, nella capacità di dire no quando tutti dicono sì, poi si può guardare anche la data di nascita. Non è una caccia alle streghe né una richiesta di epurazione. Chiamatelo, se volete, metodo meritocratico, che dovrebbe sempre fare rima con democratico.

domenica 9 settembre 2012

Cota, il peggior nemico dei cacciatori

In attesa di capire bene cosa sia successo, il mio unico commento alla notizia letta su Lo Spiffero è che se Cota e Sacchetto non avessero impedito con ogni mezzo lo svolgersi del referendum sulla caccia, la stagione venatoria sarebbe iniziata regolarmente. Il Piemonte non ha mai conosciuto una giunta più incapace.