mercoledì 22 dicembre 2010

Non inquinare? E' un diritto


Computer, cellulari, lettori dvd da buttare? Se avete intenzione di approfittare del Natale per aggiornare i vostri gingilli elettronici, sappiate che un decreto del Ministero dell'Ambiente vi dà la possibilità di smaltire gratuitamente l’usato. Basta chiedere ai negozianti (piccoli o grandi punti vendita, la legge è uguale per tutti) di ritirare un rifiuto elettronico per ogni nuovo prodotto che acquistate. In questo modo si evita l’accumulo di materiali pericolosi nelle discariche o nei fossi, come spesso succede anche nel civilissimo Piemonte. Troppo bello per essere vero? Infatti. Greenpeace Italia ha fatto un giro nei centri commerciali per scoprire se questo diritto/dovere viene messo in pratica.

martedì 21 dicembre 2010

Un contributo disinteressato



Forse vi è già capitato di vedere in tv lo spot del Forum Nucleare Italiano. La serena ragionevolezza della proposta atomica versus il disinformato e allarmato italiano medio. Godetevelo nella sua agghiacciante patinatura.
Come mi fa notare l'amico Andrea, la missione del forum (un "confronto non pregiudiziale su questo tema", che offra "spazio ad argomentazioni diverse per stimolare uno schietto confronto") è portata avanti da un disinteressato cartello di soggetti che ricorda un po' le riunioni dei repubblicani a Springfield.

mercoledì 15 dicembre 2010

Liberi tutti: si sparerà (a pagamento) nei parchi


Colpo di genio: mettiamoci a sparare nei parchi per attirare i turisti. Autore della proposta di legge è nientemeno che il leghista Claudio Sacchetto - assessore regionale all'agricoltura, foreste, caccia e pesca - insieme al consigliere PdL Gian Luca Vignale. Tanto per capirci, Sacchetto è uno che si è presentato alle regionali con questa pubblicità elettorale. E' riuscito a prendere una valanga di voti solleticando la parte peggiore del suo territorio, il cuneese, con lucidi interventi in cui ad esempio accusava i lupi di 52 mila predazioni (mi correggo, è stato William Casoni a parlare di 52 mila predazioni da parte dei lupi nel solo cuneese nel corso del 2009. Per la cronaca, hanno premiato la sua competenza nominandolo assessore regionale al Commercio e fiere, Parchi e aree protette). A poco è servito che il Centro Grandi Carnivori delle Alpi Marittime abbia spiegato che i trenta lupi segnalati sulle Alpi occidentali non avrebbero mai potuto fare qualcosa del genere.
Date le premesse, insomma, da lui ci si aspettava meraviglie. E infatti: la sua idea è quella di far pagare un ticket ai cacciatori per sparare nelle aree protette, allargando inoltre la lista delle specie cacciabili e aumentando i giorni in cui sarà possibile far fuori cervi, uccelli acquatici, volpi, eccetera. La scusa per questo ennesimo liberi tutti col marchio leghista è "rendere l’esercizio venatorio come (sic) occasione di promozione turistica e quindi volano di sviluppo economico sul territorio". Scusa talmente ridicola che sembra non ci credano neanche loro.

martedì 14 dicembre 2010

Perle ai porci

Ho dato prova di enorme autocontrollo, durante il film di ieri sera (L’illusionista), evitando discussioni con quelle due che hanno starnazzato per tutta la durata della proiezione (e non parlano? e che bei disegni, sembra vero. ma ha mangiato il coniglio? è finito, meno male). Sarò classista, elitarista e tante altre brutte cose che finisco in –ista. Ma cosa ci stanno a fare al mondo le persone che rimangono impassibili davanti al bello? E a che valgono, per certi individui, gli sforzi creativi della mente umana e della natura? “La bellezza salverà il mondo”, scriveva Dostoevskij nell’Idiota (libro che, a essere sincero, non ho mai letto). Il mondo, io credo, lo salverà chi la bellezza sa apprezzarla.

giovedì 9 dicembre 2010

Ripasso sul federalismo

Facce sempre più improponibili si aggirano al mercato delle vacche che dovrebbe salvare il caro leader. Sulla dignità personale di certa classe politica non ha più senso sprecare parole, ma sulla merce di scambio pretesa dal Südtiroler Volkspartei bisogna ancora trovare la forza di indignarsi. L'Svp, racconta il Fatto Quotidiano di martedì, sarebbe pronto a dare una mano a Berlusconi a patto di avere le mani libere sul Parco Nazionale dello Stelvio. Ammesso che stiano così le cose, il partito più localista d'Italia ci offrirà un bel ripasso del vero significato che ha la parola "federalismo" in questo paese: padroni di svendere casa nostra.

Da vedere: L'illusionista



Da La Nuova Provincia del 10/12/2010
È una piacevole sorpresa che anche ad Asti venga programmato questo piccolo gioiello del cinema d’animazione, diretto da Sylvain Chomet, già autore di “Appuntamento a Belleville”. Chi ha avuto l’occasione di vedere la precedente opera di Chomet sa già che siamo distanti anni luce dalle tecniche digitali usate da Pixar e Dreamworks: con “L’illusionista” si ritorna al sapore artigianale che avevano i film Disney, e si rimane a bocca aperta per l’espressività dei tratti di pennello che compongono le sequenze. “Magia” è la parola chiave di questo lungometraggio, la trama ruota infatti intorno a un illusionista, che della magia ha fatto un mestiere. Un mestiere difficile, negli anni Cinquanta che fanno da sfondo alla storia: il pubblico è sempre più raro, e l’illusionista Tatischeff fatica a trovare palchi su cui esibirsi. Quando è sul punto di abbandonare la magia, in uno sperduto pub scozzese incontra una ragazzina convinta che i suoi trucchi siano realtà. Con che coraggio toglierle questa illusione? Il film è tratto da un soggetto che Jacques Tati – regista, attore, mimo francese – non riuscì mai a concretizzare in film; per cinquant’anni la bozza di “Film Tati n° 4” è rimasta a prendere polvere al Centre National de la Cinématographie di Parigi, finché la figlia di Tati, Sophie, non l’ha consegnata a Chomet. Una curiosità: il nome dell’illusionista, Tatischeff, è il vero nome di Jacques Tati: nel film, il regista li unisce in un surreale incontro.

e.p.r.

mercoledì 8 dicembre 2010

Letto: Il sangue dei vinti

Giampaolo Pansa, Il sangue dei vinti
Saggio storico, 406 pagine, Sperling&Kupfer
Giudizio: da leggere da sfogliare da buttare
Per la verità l’ho finito già da settimane, ma ci tenevo a creare una rubrichina letteraria. Il libro in questione è uscito nel 2003; forse leggerlo ora, a distanza dalle polemiche che ha suscitato, è stato un bene. La tesi presentata da Pansa, per chi non la conoscesse, è riassunta da Wikipedia. È senza dubbio una storia che merita di essere raccontata, e che ha la sua dignità perché mette ordine e consegna al grande pubblico vicende finora ascoltate in modo frammentario dai nostri nonni.
Certamente non giunge nuova la notizia che la Seconda Guerra Mondiale non sia finita con il 25 aprile; una guerra è una guerra, le pallottole sono estremamente democratiche e vanno ad ammazzare rossi e neri, a seconda di chi imbraccia i fucili in un dato momento. Sul fatto che questo libro abbia anche un valore politico, non mi sbilancio. Dicevo: fortunatamente l’ho letto quando le critiche si erano già spente da un pezzo. Ma l’ho letto nel pieno di una stagione politica dove gli organi d’informazione della destra sono occupati a delegittimare ex amici e nemici. Il messaggio di fondo che tentano di far passare è: «voi che ci criticate, guardate la zozzeria che fanno gli altri. Che differenza fa? È tutto lo stesso schifo». Ecco, un messaggio di questo tipo lo vuole far passare anche Pansa, tentando di suscitare un disgusto generalizzato verso fascisti e partigiani, con la conseguenza di ingarbugliare i ruoli di chi allora aveva ragione e chi torto.
Una distinzione che oggi come allora bisogna avere ben chiara.

martedì 7 dicembre 2010

La donna più kitsch d'America

Foto: Time Magazine

Provo la pena che si prova per le violenze inutili, nel guardare il video di Sarah Palin che insieme al padre abbatte un caribù. La sequenza è online su YouTube, ed è estratta dal reality di cui è protagonista la stessa Palin, Sarah Palin's Alaska. Ok, diciamo che oltre a provare pena le ho rivolto una serie di epiteti lesivi della dignità femminile. Capitemi, qui siamo davanti a una donna che si dedica ora alla caccia per apparire più macho, ora ai figli per fare la mamma-amica-ma-ci-sono-delle-regole, ora alla propaganda più kitsch. Tutto per piacere agli americani più beceri. La vedremo candidata nel 2012?

domenica 5 dicembre 2010

Wikileaks, degli imbarazzi ce ne facciamo poco

Spero che tra le montagne di file fatti circolare da Wikileaks ce ne sia almeno uno a smentirmi, ma finora le conseguenze alla mossa di Assange sono stati molti imbarazzi e poche verità scomode.
Le dovute conclusioni le ha già tirate Gramellini, la scorsa settimana su La Stampa. Da parte mia vorrei aggiungere che in quest'epoca è già abbastanza facile dimostrare la vulnerabilità delle istituzioni; le informazioni che vorrei vedere saltare fuori sono ben altre. I legami tra la politica e le lobby del cemento, per esempio, o dell'energia, o dell'industria militare. Giusto per spiegarci tangenziali di dubbia utilità, avventure nucleari e guerre improvvisate.  Ma si sa, non è questo il genere di cose che si usa affidare a documenti scritti.
Anche la pubblicazione di quanto contenuto negli archivi dei servizi segreti italiani sarebbe un bel colpo; allora sì che a Wikileaks tributerei un bell'applauso. Per adesso ci sta pensando Repubblica a chiedere l'apertura degli archivi: potete firmare per la petizione cliccando qui.