Mentre guardo le immagini dalla Val Susa, in particolare quel panorama con il fumo dei lacrimogeni che sale tra le montagne, mi viene in mente una pellicola di Miyazaki-san. Avete mai visto "La principessa Mononoke"? Il tema fondamentale è lo scontro tra uomo e natura: la civiltà pretende il suo spazio e se lo prende con la forza, gli dei e le creature selvagge reagiscono.
Certo sarebbe epico vedere i cinghiali abbattersi come un fiume contro le ruspe, o lo spirito guardiano della foresta riversare la sua ira sui tunnel che lo feriscono. Ma nel mondo reale l'uomo si scontra solo contro se stesso, e qualsiasi rappresentazione idilliaca della natura ci porta lontano dal nocciolo del problema. Che è fondamentalmente questo: erodere ambienti e risorse naturali è dannoso prima di tutto per l'uomo, secondariamente per le altre specie viventi.
Quanto successo oggi a Chiomonte è l'immagine di questa lotta, dove montagne, alberi, fiumi e cielo si limitano a osservare nel silenzio dei loro ritmi incommensurabilmente più lenti dei nostri. Davanti ai loro occhi di legno e pietra, i sapiens hanno guerreggiato con pietre e fumogeni. Nessuno ha fatto bella figura, nessuno ha vinto. Chi vuole scavare a tutti i costi, troverà altre opposizioni, dotate di altre armi. Chi ha salito la valle per cercare lo scontro, l'ha trovato e l'ha perso. Quel che è grave è la sconfitta dei valligiani, a quanto pare presenti in numero esiguo al presidio. Saranno loro a pagare, in termini di salute e qualità della vita, quando apriranno i cantieri.
E tutti noi, lontani da quell'angolo di Piemonte, continueremo a perdere finché avalliamo il meccanismo politico che ci governa, incapace di legare le sue scelte a oggettive necessità. Incapace, o disinteressato a farlo. In ogni caso lo stesso meccanismo è in moto qui, nell'astigiano, e sta portando a compimento un'altra assurdità come la Tangenziale Sud Ovest. Grandi opere, che s'hanno da fare perché sì, perché altrimenti sei un ecostronzo, perché non sai stare al passo coi tempi. Grandi opere che non trovano motivi d'essere, al massimo qualche giustificazione. Il mondo è cambiato, oggi le priorità non sono arrivare a Parigi un'ora prima o al Palucco in otto minuti invece di dieci. Basterebbe ammetterlo, il dibattito politico ne guadagnerebbe in credibilità.