martedì 17 settembre 2013

Indignazione a breve termine

Il cavallo di Santa Maria Nuova era poco visibile dalla mia posizione, perché si trovava appena sotto la tribuna stampa. È stato un attimo: quello che ho visto è stato il posteriore dell’animale che volava in alto, un movimento innaturale che ha tagliato il fiato a tutto il pubblico. Qualcuno ha urlato, poi un uomo – non credo fosse un veterinario – è corso a tirare via la testa del cavallo da sotto il torace, dove il collo ripiegato in modo scomposto l’aveva fatta finire. Il gesto di quell’uomo, brutale nella sua urgenza, ha dato il segno di quanto fosse grave ciò che era successo. Una donna alle mie spalle ha iniziato a disperarsi singhiozzando, borghigiani della Santa piangevano e gridavano lamenti, parecchi in tribuna sembravano sinceramente sconvolti dall’incidente.

La parte di piazza che aveva visto cadere in quel modo il cavallo aveva levato un “oh” di sorpresa e orrore. Sull’animale morente sono stati pietosamente calati i teli sanitari, un’immagine così fuori dall’ordinario da far capire a tutti che la giornata si sarebbe conclusa lì. Proprio di fianco a me una bambina in braccio alla madre, bionde tutte e due, ha mormorato: «Io al Palio non ci voglio più venire». Sembrava un film di Emmerich. E infatti, come in ogni buon film catastrofico, è arrivato il colpo di grazia. La pioggerella è diventata acquazzone, il pubblico già scioccato aveva probabilmente perso la voglia di rimanere, e ora sotto gli ombrelli non vedeva l’ora di tornare a casa.
La piazza si è svuotata in un attimo, la festa era rovinata, le dame in costume se ne andavano tirandosi su i pesanti strascichi. «Chissà se gli animalisti lo hanno già saputo», mi sono domandato a quel punto.

Già, gli animalisti. Ci sono quelli che ne hanno fatto una causa, battendosi contro la caccia o la vivisezione. Persone dotate di sensibilità che chiedono alle istituzioni di essere ascoltate e di progredire verso una società più civile e sostenibile. Queste persone hanno annunciato che passeranno alle vie legali per quanto successo al Palio. A mio parere, coerentemente.

Poi ci sono quelli che per un giorno e mezzo sono stati animalisti. Non si sono mai sognati di andare alle riunioni della Lav o della Lac, mai impegnati per il benessere di un animale, né hanno idea di cosa stia succedendo alla fauna della loro regione. Figurarsi se conoscono termini come ecosistema o biodiversità. Ma queste persone hanno trascorso domenica sera e parte del lunedì a battere sulle tastiere. Su facebook, nei commenti agli articoli online era tutto un dare addosso ad “assassini” e “bastardi”, a giurare che “il palio la prossima volta lo corriamo seduti su di voi”. Credo che nemmeno loro sapessero di preciso a chi riferire insulti e minacce. Ho scritto “domenica sera e parte del lunedì”, perché all'ora di cena molti avevano sicuramente già perso interesse nella faccenda, avevano già cambiato canale, trovato qualcos’altro – qualsiasi cosa - che li spingesse a sfogare sul web la loro indignazione a breve termine. Brillante il commento di un’amica: «Oggi scrivono che il Palio è una mattanza, ieri dicevano che bisogna dar fuoco ai campi nomadi». Quando lunedì si è corso il Palio, non ho visto nemmeno un cartello di protesta.

Perché non sarebbe stato sbagliato ricordare che qualcosa è andato drammaticamente storto. Non nell’organizzazione: il livello di sicurezza del Palio è tale che si potrebbe migliorare solo cancellandolo del tutto. Il che è una pessima idea, per il valore dei suoi 8 secoli di storia, per quello che significa per tanti astigiani, per la bellezza e l’entusiasmo che porta in città. Per tanti altri motivi. Peraltro, anche cancellando il Palio di Asti, gli incidenti ai cavalli da corsa non credo diminuirebbero di un’unità.

Ma allora cos’è che è andato storto, se l’organizzazione ha funzionato al meglio? Sto ascoltando le risposte in merito dei tanti appassionati ed esperti, io non lo sono e non azzardo conclusioni. Ma appare sempre più evidente che la sola sfortuna non possa ammazzare un cavallo in quel modo. La causa dell’incidente è stato un errore umano? Chiariamo questo punto, lo dovrebbe fare l’inchiesta che presumo seguirà alla denuncia della Lav. In ogni caso non credo che ci si possa limitare ad un’alzata di spalle, a parlare di fatalità. Se c’è stato l’errore umano sanzioniamolo, cambiamo le regole o gli strumenti perché possa non ripetersi mai più. Solo allora saremo liberi di girare pagina e tornare a pensare al Palio come alla nostra festa.

venerdì 6 settembre 2013

Caccia alla strega Epifani

Telese smonta il fondamentale scoop di Presa Diretta e Il Fatto: Epifani non è iscritto al circolo da 30mila euro all'anno. Ironia a parte, mi spiace molto che un programma e un giornale così preziosi si siano prestati al gioco dell'ammazzapolitica. Occhio, non ho mai sentito che la caccia alle streghe porti a un rafforzamento della democrazia.

giovedì 5 settembre 2013

Perché si può accettare un biglietto omaggio e avere la coscienza a posto

Siamo rincretiniti da un dibattito talmente basso che la vera notizia non se l'è filata nessuno. Mi riferisco ai biglietti omaggio per il Palio, giornali e rete sono occupati a puntare il dito contro i consiglieri comunali, cui l'omaggio non è stato tolto. Nel frattempo, in pochi hanno fatto caso che dall'era Galvagno, quando si regalavano circa 600 biglietti, oggi siamo passati a un centinaio. Direi che il dato rilevante sia questo.

Ma parliamo pure dei consiglieri comunali. Brignolo ha fatto alcuni rilievi nella sua lettera che condivido, in ogni caso ne ho le tasche piene del qualunquismo che ci trascina in una questione altrimenti piuttosto semplice. Per cui provo a fare un caso concreto, il mio: presiedo la commissione che si occupa del Palio, quindi è opportuno che vada ad assistere alla corsa. Consideriamolo parte dei miei compiti. Ora, che faccio? Rimando indietro l'omaggio e pago i 55 euro, prezzo della tribuna Alfieri? Non so per voi, ma per le mie tasche non sono proprio due soldi, tant'è che l'anno scorso, quando ancora non ricoprivo quella carica, li avevo restituiti.

Ma qui non stiamo parlando solo di Palio, la questione è più ampia, altrimenti potremmo chiederci perché non vengono regalati biglietti anche ai comitati che si sbattono tutto l'anno. Quindi immaginiamo che per svolgere al meglio il mio impegno pubblico io debba partecipare non a un solo evento all'anno, ma a più momenti in cui è richiesto un biglietto a pagamento. O che debba effettuare varie trasferte fuori città motivate dall'attività amministrativa. Che dovrei fare? Non ho nessuna intenzione di perdere il senso della realtà davanti all'indignazione da poltrona che gira su facebook. I 157,82 euro a trimestre (quello che mi hanno pagato per gennaio-febbraio-marzo) con cui veniamo retribuiti e l'assenza di privilegi garantiscono ai consiglieri una coscienza rilassata.

Per questo ritengo ragionevole ed equo che per svolgere al meglio il ruolo di consigliere vengano riconosciute compensazioni economiche, anche per evitare che la politica possa essere presa in mano soltanto da chi non ha problemi di soldi. Rimane il rischio di abusi? Può essere, ma lo stop a privilegi non giustificati messo in pratica dall'assessore al Palio nell'ultimo anno e mezzo è un segno piuttosto netto anche in questa direzione. Io la corsa andrò a vederla, con il biglietto che il Comune mi garantisce in cambio del mio impegno. E buon Palio a tutti.