martedì 22 ottobre 2013

Smettete di lamentarvi, andate a tesserarvi e fatevi valere

Ecco come non si fanno le primarie - by Makkox

La faccenda è molto semplice: la città si guida attraverso la politica, e la politica si vive attraverso i partiti. No, non è una tragedia. I partiti sono un bellissimo strumento di democrazia, ma finché rimarranno lasciati in compagnia sempre delle stesse persone non andranno da nessuna parte. Per cui smettete di lamentarvi, andate a tesserarvi e fatevi valere. Anche se non sarà per niente facile e indolore.

Non c’è momento migliore per tesserarsi al Partito Democratico: c’è il congresso, tutti sono chiamati a portare un pezzo di sé per disegnare un mosaico che ancora stenta ad avere una forma armoniosa. Occhio, scegliere di non partecipare farà mancare la vostra voce. E magari sarebbe stata proprio la voce giusta al momento giusto.

Sì, lo so. Anche questa volta sembra più uno scontro che un confronto, a livello nazionale e locale. A una settimana dal voto per rinnovare la segreteria provinciale e quella cittadina - sarà domenica 27 - ci si lancia frecciate che non sono una gran bella immagine per una fase che, al contrario, dovrebbe volare alta. Quello che ancora il Pd fatica a capire è che ha l’obbligo di essere un esempio virtuoso. Ha introdotto le primarie, si propone come il luogo della condivisione, della partecipazione, della trasparenza. Non possiamo venire meno al compito che ci siamo dati fin dalla nostra fondazione.

Altro problema, la sfida muscolare finisce ogni volta sul piano personale. Stare con uno significa stare contro l’altro, o almeno viene così interpretato l’appoggio a un candidato. Ecco, io al contrario sono convinto che il congresso non si faccia “contro qualcuno” ma “per qualcosa”, e che ci si debba prendere la responsabilità di farlo “con qualcuno”. Non si può condividere con tutti l’idea che si ha di partito.

Per quel che mi riguarda, sosterrò Francesca Ferraris. In questo anno da segretaria provinciale ho imparato che ha stoffa e grinta da vendere. Ha galoppato parecchio per l’Astigiano, andando per i circoli sempre più deserti dei nostri paesi, oltre ad aver affrontato due primarie e le politiche di febbraio. Il fatto che sia ancora viva la dice lunga sulla sua resistenza. Penso che si sia meritata l’opportunità di proseguire. Così come darò fiducia a Gigi Sposato, amico, militante e soprattutto animato da una passione non comune, che si candida alla segreteria cittadina.

Rimane il fatto che in tutto questo l’umile consigliere comunale si trova nella traiettoria di lancio degli stracci che vengono lanciati dai due lati. Per chi come me cerca di mantenere rapporti civili con tutti, fuori e dentro il partito, avrebbe un gusto amaro venire considerato come “l’altro” da una parte del Pd solo per via di una scelta, fatta peraltro sulla base di valutazioni politiche e non certo per considerazioni personali. A riprova di questo, ero già convinto di non sostenere l’area renziana anche quando il candidato alla segreteria provinciale era un altro.

Ribaltiamo il punto di vista: consiglieri, assessori e sindaco hanno estremo bisogno di un partito solido, credibile e partecipato. Devono essere aiutati, sostenuti e consigliati – e viceversa. Non voglio candidati ed eletti che rispondano solo a se stessi, devono rappresentare qualcuno. Ecco perché, una volta di più, vivere il Partito Democratico conta, soprattutto se si ha a cuore la città, l’Astigiano, il Paese. Pensateci: magari state già facendo politica, solo non lo volete ammettere a voi stessi.

martedì 1 ottobre 2013

La disoccupazione è anche un problema di democrazia

Ha detto bene stasera Nichi Vendola a Otto e mezzo: il 12% di disoccupazione, 40% quella giovanile, sono dati che pongono un problema di democrazia. Perché sono questi i momenti in cui è più facile che trovino spazio le forze eversive, gli estremisti e i populisti. Come si reagisce a questo rischio? Con la partecipazione e la testimonianza. In una parola, con la politica. In questi vent'anni - ma forse era il copione della storia d'Italia che si ripeteva - per ogni persona civile e democratica che ha rinunciato al suo ruolo di cittadino attivo c'è stato un passo in avanti di razzisti, piduisti, fascisti. I vuoti si colmano in fretta.