L'argine del Borbore dietro al campo sportivo |
La fine del primo tratto sul Borbore, all'incrocio con viale Don Bianco |
Il primo tratto passa a fianco degli impianti sportivi di via Gerbi - sulle sponde del torrente c'è una gran quantità di spazzatura - e dietro alla Saclà, per arrivare poi in piazzale Amendola.
L'area verde prima della Saclà |
Verso piazzale Amendola |
In futuro il sottopassaggio che porta in corso Alba dovrebbe essere ampliato e reso ciclabile, per ora ci siamo arrangiati salendo sul cavalcavia Giolitti. Superata la ferrovia siamo scesi in corso Venezia e poi in via Cuneo, dove abbiamo attraversato il passaggio a livello sulla Asti-Castagnole e raggiunto nuovamente il Borbore.
Di nuovo sull'argine del Borbore, direzione corso Savona |
Passati sotto il ponte di corso Savona, si sbuca al parco Lungotanaro |
L'argine, da qui fino alla confluenza con il Tanaro, è di nuovo un immondezzaio ma il paesaggio è gradevole, in particolare dopo essere passati sotto il ponte di corso Savona e sbucati al parco Lungotanaro. Da qui, come noto, si arriva in un attimo in zona via Torchio e al villaggio San Fedele.
Se si riuscisse a ritagliare un tratto di pista ciclabile che consenta di evitare il cavalcavia, restando lungo il Borbore fino al Tanaro, avremmo un nuovo percorso lontano dalle strade e a contatto con i nostri due fiumi. Sono 3,7 chilometri ideali per la corsa, per una pedalata leggera e utili a restituire alla città aree che sono oggi decisamente degradate.
EDIT
Ho scoperto poco dopo questa avventura che la pista ciclabile pianificata tra le opere Pisu corrisponde in parte al nostro percorso: lungo Borbore, piazzale Amendola e poi in corso Alba attraverso il cavalcavia Amendola.